QUARTIERI A LUCI ROSSE A ROMA
Quello della prostituzione, soprattutto negli ultimi tempi, è un argomento molto discusso, sul quale si contrappongono diverse teorie. Ci sono “correnti” favorevoli ad una legalizzazione, quindi all’introduzione di quartieri a luci rosse a Roma, simili al modello nord europeo, che garantirebbero sicuramente maggior decoro, più controlli, meno sfruttamento della prostituzione e più introiti per lo Stato. Dall’altro lato però, troviamo pareri opposti, assolutamente non favorevoli perchè attraverso tale processo si vedrebbero violati principi come la dignità della donna.
Ciò premesso, va detto che nel caso in cui si concretizzasse questo “progetto”, calando notevolmente lo sfruttamento, quasi fino a sparire, rimarrebbe una semplice scelta individuale, quindi non ci sarebbero lesioni di dignità o coazione di alcun tipo.
Il modello nord europeo dei quartieri a luci rosse, sicuramente meno criticato “a priori” ha portato e continua a portare i suoi frutti in termini di decoro, controllo, libertà, funzionalità e introiti pubblici. In Italia sarebbe un passo difficile ma importante, che garantirebbe numerosi vantaggi oggettivi alla nazione ed anche ai singoli cittadini (seppur indirettamente).
La prostituzione è un fenomeno impossibile da eliminare, e a dimostrarlo è la storia stessa, quindi un controllo su di essa sarebbe l’unico modo per poterlo gestire e circoscrivere.
ROMA VUOLE PROVARCI (IN QUALCHE MODO):
Il IX municipio, comprendente il quartiere dell’Eur, è da tempo oggetto di lamentele da parte degli abitanti per via della prostituzione che, ormai è arrivata praticamente sotto le abitazioni, ma questo problema non comprende solo il quartiere su citato. Le lamentele continue non hanno portato grandi risultati nel tempo, anzi. Il presidente del municipio IX, Andrea Santoro, ha avanzato una proposta con la quale si dedicherebbe una via (ancora da definire) alla prostituzione, tipo un primo quartiere a luci rosse a Roma. Ovviamente dietro tale proposta si è pensato, oltre a circoscrivere la prostituzione solo in una data area, anche ad una tassazione per tale professione, e di conseguenza forme di previdenza sociale, controlli sanitari per tutti gli operatori e le operatrici del sesso. In tale direzione ovviamente si vedrebbero scomparire o quasi fenomeni quali lo sfruttamento, il diffondersi di malattie sessualmente trasmissibili, l’evasione totale di chi opera in questo campo, il decoro urbano, etc.
Diciamo però che il progetto partito che vedrà l’Eur come prima zona ad applicare tale scelta, potrebbe essere seguito, in caso positivo dal III municipio a seguire.
Tale operazione è partita in stretta connessione con il Campidoglio, ed ha come obiettivi il rispetto delle donne che svolgono tale professione e dall’altra il rispetto dei cittadini soggetti a tale problema.
Va ricordato che sono circa 30 anni che l’Eur soffre questo problema, e come già ribadito non è il solo quartiere a vivere in prima persona questo problema. Nonostante i vari tentativi di limitazione o controllo, i risultati non sono mai stati soddisfacenti. Si pensi a quanti fondi pubblici sono stati investiti senza ottenere alcun risultato concreto. La tematica è sicuramente molto delicata e richiede molta accuratezza perchè funzioni, intanto è necessaria una norma a livello nazionale che regolamenti il tutto. I singoli comuni senza un “appoggio” statale troveranno molte difficoltà in più.
QUESTIONI MORALI A RIGUARDO:
Come già accennato, al di là dell’appartenenza politica, come esistono varie opinioni favorevoli all’introduzione di quartieri a luci rosse a Roma ne esistono altrettante contrarie. Ad esempio Gianluigi De Palo, capogruppo della Lista CittadiniXRoma ed ex assessore alla Famiglia durante la giunta Alemanno, ha affermato: “La dignità di una donna non vale il decoro di una città”. Anche Gianni Paris, consigliere capitolino e capogruppo del Pd alla città metropolitana ha detto a riguardo: Insistere per un progetto come lo zoning e presentarlo come un’operazione di recupero sociale mi sembra incomprensibile e molto grave”.
Al contrario, tra i pareri favorevoli troviamo Gianluca Peciola, capogruppo di Sel al Campidoglio, secondo cui: Condividiamo proposta di sperimentare a Roma primo quartiere a lucirosse. Passo avanti per liberare donne da sfruttamento e violenza. Sel”. Questo il suo post su twitter.
E’ necessario fare un po’ di chiarezza. Parlare di rinuncia alla dignità della donna per questioni di decoro è un’affermazione che lascia il tempo che trova. Attualmente gran parte delle prostitute sono costrette, anche con la forza, a svolgere questa professione, se il fenomeno fosse realmente controllato e gestito dallo Stato invece si prostituirebbe solo chi realmente volesse scegliere tale professione. Si parla quindi di libertà di scelta di un individuo, e si può ritrovare in Costituzione. Di contro va però detto che senza una norma nazionale a riguardo è difficile gestire il fenomeno ottimizzandolo.
Quello dell’Eur deve considerarsi come un primo passo importante e coraggioso nei confronti di un problema che negli anni è stato accantonato e demonizzato senza mai essere realmente affrontato, creando intorno a sè altri svariati problemi di varia natura. L’emanazione di una norma nazionale è quindi necessaria perchè si possa procedere in questa direzione ed arrivare ad un risultato concreto in termini di civiltà, decoro, dignità e libertà: risultati che in questi anni di tentata repressione non sono mai arrivati.
A cura di Marco Pasquali